Abbiamo intervistato una professionista, la psico-oncologa Elisa Scaburri del San Raffaele di Milano, per qualche consiglio in merito all’uso della parrucca e il benessere psichico che può comportare.
Scegliere di portare la parrucca può comportare benefici per la psiche: come può diventare parte della persona che la indossa senza essere un peso? Ha consigli pratici e/o riflessioni da fare in merito a questo?
Tra le conseguenze fisiche della malattia oncologica c’è anche la perdita dei capelli: il più delle volte è una conseguenza transitoria della chemioterapia, ma spesso emotivamente devastante. Il trauma per la progressiva caduta e successiva perdita dei capelli può comportare profonde ripercussioni psicologiche che potrebbero inficiare la vita del paziente: crisi rispetto al proprio aspetto fisico, astensione dalla vita sociale e in alcuni casi rifiuto del trattamento chemioterapico.
La parrucca oncologica, quindi, non rappresenta solamente un complemento estetico, ma svolge un ruolo fondamentale nel sostenere la persona attraverso il difficile percorso della malattia.
Indossare una parrucca che riproduca il proprio stile e colore originario o altri colori che si preferiscono e che diano vivacità e leggerezza può contribuire a mantenere una positività mentale cruciale durante il trattamento.
Ovviamente il percorso di “accettazione” della parrucca in modo che non venga considerata come un peso passa anche dai pensieri e dalle emozioni associate alla perdita dei capelli e alla progressiva ricrescita. Può essere quindi utile conoscere e affrontare le varie fasi, dalla perdita dei capelli alla loro ricrescita.
- Prepararsi alla caduta dei capelli. Non tutti i farmaci chemioterapici hanno lo stesso effetto sui capelli: alcuni possono causare il diradamento o la caduta solo sul cuoio capelluto, mentre gli effetti di altri si possono estendere anche a sopracciglia e ciglia, peli di braccia, gambe e pube. Bisogna inoltre tenere presente che gli effetti delle terapie sui capelli possono cambiare da persona a persona.
- La fase della caduta. Nelle prime fasi ci si può accorgere della caduta dei capelli quando ci si spazzola o si lavano i capelli. Progressivamente la perdita dei capelli diventa più intensa e può essere sufficiente, per esempio, lo sfregamento del capo su un cuscino per vedere una forte caduta; in questi casi si può ad esempio pensare di optare per un taglio corto prima dell’inizio del trattamento, o rasarsi quando i capelli iniziano a diventare più radi. Questo, oltre a prevenire l’impatto emotivo della caduta, può trasmettere la sensazione di riuscire a mantenere il controllo della situazione.
- Scegliere una parrucca. Molte persone preferiscono affrontare la perdita dei capelli indossando una parrucca. Può essere utile sceglierla prima dell’inizio del trattamento, tagliando una ciocca dei propri capelli per ritrovare il proprio colore o decidendo di sperimentare uno stile diverso. Qualunque sia la scelta, è importante scegliere una parrucca che aiuti a sentirsi a proprio agio, con la consapevolezza che ci vorrà del tempo per abituarsi.
- Non solo parrucca. Dopo la perdita dei capelli, alcuni decidono di non indossare una parrucca, per scelta personale o perché il cuoio capelluto tende a diventare molto sensibile e delicato. Una vasta gamma di foulard, turbanti o cappelli di ogni colore e stile può essere una valida alternativa alla parrucca.
Quando si porta la parrucca, talvolta, può subentrare la paura del giudizio degli altri: come consiglia di gestire questo aspetto e le emozioni che ne derivano?
Affrontare una malattia che comporta degli effetti collaterali non è mai semplice, soprattutto perché il malato è inserito in un contesto di vita familiare, lavorativo e sociale in cui l’interazione con gli altri è sempre presente.
Le paure connesse ai cambiamenti portati dalla malattia possono anche riguardare la relazione con gli altri e al giudizio che le altre persone possono avere; il paziente può temere di essere trattato diversamente da prima e quindi non sentirsi può se stesso.
Se si tratta di relazioni di coppia, amicali o familiari che durano da molto tempo sarebbe utile, per entrambe le parti, impegnarsi a mantenere la relazione il più simile possibile al rapporto che c’era prima della diagnosi; in presenza invece di difficoltà comunicative, di disagio o di paura è sempre importante comunicare cosa ci sta facendo provare queste sensazioni e provare ad affrontarle insieme per rassicurarsi a vicenda. È importante porre l’attenzione anche sulle difficoltà che l’altro può avere nella relazione: la paura di banalizzare, di utilizzare frasi fatte come “tanto sei forte, andrà tutto bene” o di fare domande scomode a chi sta affrontando un percorso di cura oncologico può innescare anche profondi sensi di colpa e un allontanamento nella relazione con il malato.
Secondo la sua esperienza, perché qualcuno opta per il turbante o il foulard e non per la parrucca?
Quando sopraggiunge la perdita dei capelli la malattia è evidente, diventa visibile a tutti e va di conseguenza a modificare l’identità fisica del paziente. Questo momento è spesso transitorio, e non tutti lo affrontano allo stesso modo: può causare un profondo disagio, oppure essere accettato con grinta o rassegnazione, si può decidere di nasconderlo oppure non dargli troppa importanza.
Per chi sceglie di indossare un copricapo per minimizzare la visibilità della malattia, si affacciano nuove domande: quale tipo di copricapo preferire? Come sceglierlo? Dove acquistarlo? Questi e molti altri dubbi possono causare situazioni più complesse e frustranti del previsto.
Per ridurre questo senso di frustrazione, prima di tutto, il paziente e le persone intorno a lui/lei devono ricordarsi che non si tratta di una scelta obbligata, ma che in alcuni casi può aiutare a sentirsi meglio, più a proprio agio con se stessi e con gli altri; il paziente non va forzato in questa scelta, ma deve essere lasciato libero di decidere se e cosa sia meglio indossare.
È importante sottolineare che la scelta di utilizzare una parrucca oncologica, il turbante o il foulard è del tutto personale. Alcuni pazienti preferiscono affrontare la malattia senza coprirsi, mentre per altri la parrucca rappresenta un elemento di conforto o addirittura uno strumento per difendersi dagli occhi degli altri e dai giudizi interni. In entrambi i casi, il rispetto delle scelte individuali è fondamentale.
Ci sono persone che rifiutano l’uso di qualsiasi ausilio: cosa può consigliare loro, per avere un rapporto più positivo con se stesse e con questi supporti?
L’elaborazione dell’immagine che ciascuno ha di sé è qualcosa di complesso e a questo concorrono molti fattori: l’aspetto fisico, fattori psicologici come il livello di autostima, e il modo in cui interagiamo con gli altri. Proprio per questo ogni persona percepisce in modo diverso sia la propria immagine corporea sia ciascun cambiamento indotto dalla malattia.
Anche se la malattia delle volte non produce mutamenti fisici evidenti, soprattutto nei momenti iniziali della diagnosi e prima dei trattamenti, l’impatto sulla percezione della propria immagine può essere importante.
I cambiamenti fisici associati al cancro possono essere molto traumatici e manifestarsi anche con vergogna e imbarazzo nei rapporti con gli altri; non accettare il proprio aspetto che muta durante le terapie; evitare di essere visti dagli altri ed evitare anche l’intimità con il proprio partner per paura di mostrare i propri cambiamenti, come le cicatrici sia fisiche che psichiche.
Per affrontare queste conseguenze della malattia, ad alcuni pazienti può essere utile ricevere un sostegno psicologico. È inoltre possibile adottare diverse strategie per prendersi cura di sé, ma soprattutto cercare di mantenere una normalità e una quotidianità il più simili possibile al momento antecedente alla diagnosi.